Raccolta di articoli e pagine web pubblicate dai rispettivi organi giornalistici.
Il periodico UILDM n. 196 (novembre 2018), ha dedicato una pagina a
Simone e alla sua battaglia che, passo dopo passo,
si avvia verso la conquista del DIRITTO NEGATO.
Firma digitale, nuovo incontro in Comune
(Rimini) L’iniziativa di Simone Parma, “Firmo quindi sono”, ha visto una nuova occasione di avanzamento del diritto alla vita indipendente nel nostro Comune. Martedì scorso 3 ottobre Ivan Innocenti (Associazione Luca Coscioni) e Grazia Zavatta (Associazione Uildm), madre di Simone Parma, hanno incontrato l’amministrazione del Comune di Rimini nelle persone dell’assessore Eugenia Rossi di Schio con delega Innovazione Digitale-Ricerca e Sviluppo-Servizi Civili, il Dott. Enrico Bronzetti responsabile dei Servizi Demografici, il Dott. Sanzio Oliva responsabile U.O. Gestione Sistema Informatico.
Il tema affrontato è stato la vita indipendente e l’applicazione delle raccomandazioni ministeriali emanate con Circolare Ministeriale AgID (Agenzia Italia Digitale) n. 3/2017 del 07 luglio 2017 seguito dall’iniziativa “Firmo quindi sono”.
“Evidenziate alcune lacune – spiega Innocenti – è stato chiesto all’amministrazione di dare corso alle raccomandazioni AgID in quanto frutto dell’iniziativa di cittadini riminesi e importante conquista per i diritti delle persone disabili di tutto il paese. Nello specifico si è chiesto che il nostro Comune divenga realtà pilota, modello per tutto il Paese, dell’applicazione della circolare intraprendendo i percorsi necessari per il suo recepimento”.
Come atto iniziale “si è proposto di recepire la circolare con specifica delibera di giunta che dia incarico agli uffici preposti dell’amministrazione”.
Si è proposto inoltre “di promuovere e istituire un tavolo di lavoro e confronto composto dai responsabili del Comune di Rimini e i funzionari AgID. Si è chiesto poi di ricordare in una occasione pubblica Simone Parma, promotore dell’iniziativa “Firmo quindi sono”, scomparso il 4 novembre del 2015, che con il suo impegno civile ha permesso l’evoluzione delle sensibilità istituzionali nell’elaborare e garantire ulteriormente il diritto ad una vita indipendente per tutte le persone”.
www.buongiornorimini.it/item/13163-firma-digitale-nuovo-incontro-in-comune.html
Firmo, quindi sono
L’Associazione UILDM Rimini sostiene la campagna del nostro socio Simone Parma che in questi giorni sta portando alla luce il problema della firma su documenti ufficiali. Firmare è un diritto, anche per coloro che sono impossibilitati a causa di una disabilità e sono capaci di intendere e volere. Simone ha aperto una pagina facebook: Firmo, quindi sono. La pagina nasce per trasformare questo ideale, in una proposta di legge che permetta ai disabili motori, di utilizzare ausili tecnologici per firmare atti, documenti, ecc… qualora siano impossibilitati a farlo con l‘uso delle mani.
Dalla pagina facebook:
“Alle persone con disabilità fisica che impedisce l’uso delle mani è negata la possibilità di firmare in modo autonomo nonostante la capacità intellettuale integra, questo con grave limitazione della libertà personale e aggravio di costi per esercitare i propri diritti. La mia esperienza (equivalente a quella di centinaia di altri disabili) con l’anagrafe per rinnovare la carta d’identità è stata esemplare, l’impiegato nonostante la sua estrema gentilezza e la totale assenza da parte sua di dubbi circa la mia capacità di intendere e di volere, notificatagli a voce la mia impossibilità a firmare con l’uso delle mani, mi ha messo di fronte a una “scelta”: non rinnovare il documento o rinnovarlo con al posto della firma la dicitura IMPOSSIBILITATO A FIRMARE. Non potendo fare a meno per legge di tale documento, la mia decisione è stata obbligata con tutto quello che ne consegue. Chiediamo quindi alle Istituzioni di coprire questo vuoto normativo e burocratico riconosciuto anche dal Cnipa (Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione), sarebbe un passo in avanti dell‘Italia nel recepimento della risoluzione ONU sulla disabilità approvata da 187 Paesi su 187 il 31 dicembre del 2006, che ha sancito l’handicap non più solo come condizione sanitaria, ma anche come fenomeno di esclusione sociale, indicando sistemi e metodiche per fronteggiarla.
La proposta è quella di poter firmare con l’impronta digitale e/o un sigillo o timbro personale e/o con la firma digitale (già obbligatoria per fini fiscali e usata per gli atti giuridici) e fare si che gli uffici pubblici la prevedano. In caso in cui gli uffici siano inadempienti si dovranno fare carico loro delle spese da sostenere per esercitare il diritto di firma della persona inabile fisicamente.”
Potete aiutare Simone diffondendo il video o cliccando Mi Piace sulla sua pagina. Per informazioni potete cliccare sul link segnalato sopra o scrivere una mail a questo indirizzo: firmoquindisono@gmail.com
www.uildmrimini.it/wordpress/2015/03/11/firmo/
“FIRMO QUINDI SONO”, UNA BATTAGLIA VINTA
Un primo importante risultato nella battaglia sul diritto di firma di persone con disabilità, portato avanti con tenacia e forza fino agli ultimi giorni della sua esistenza dal riminese Simone Parma, con la campagna “Firmo quindi sono”. Il 14 luglio, dopo lunghi mesi di gestazione, è stata pubblicata la circolare ministeriale che prevede precise raccomandazioni alle pubbliche amministrazioni rispetto a questo diritto.
La circolare in questione indica gli strumenti legislativi a supporto delle tecnologie per abbattere gli impedimenti sensoriali e fisici all’espletamento delle funzioni pubbliche dei cittadini. Simone, affetto da distrofia muscolare, è scomparso il 4 novembre del 2015 a 36 anni. Il suo nome era diventato noto dopo l’impegno preso in prima persona, rispetto al rinnovo della carta d’identità senza dover nominare un delegato.
La battaglia di Simone era iniziata nell’ottobre 2014, quando recatosi all’anagrafe di Rimini per rinnovare la carta d’identità, non essendo in grado di firmare autonomamente, si ritrovò sul documento l’indicazione “impossibilitato a firmare”. Da quel giorno Simone si era sempre fatto avanti per ottenere questa semplificazione, dando vita a “Firmo quindi sono”. Nel febbraio 2015 il parlamentare Tiziano Arlotti aveva presentato un’interrogazione sul tema, con la richiesta di riconoscere legalmente l’impronta digitale quale firma per le persone con patologie gravemente invalidanti e che quindi non possono contare sull’uso delle mani. Erano poi seguiti incontri a Roma con il sottosegretario alla Semplificazione e pubblica amministrazione Angelo Rughetti, insieme alla madre di Simone, a Mina Welby, a Ivan Innocenti dell’associazione Coscioni e a rappresentanti dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare.
A sostenere la battaglia dopo la scomparsa di Simone la sua mamma ma anche rappresentanti del mondo politico, tra cui lo stesso Arlotti che alla luce del successo ha commentato: “A quasi due anni dalla scomparsa del giovane Simone Parma, la sua battaglia per i diritti dei disabili e per il riconoscimento dell’impronta digitale come firma raggiunge un primo importante obiettivo. La circolare richiama l’attenzione sulla necessità di agevolare l’accesso e la fruibilità dei servizi erogati allo sportello dagli Enti pubblici. Il documento sottolinea come l’accessibilità debba essere garantita anche per i servizi a sportello e non solo per i servizi interni e quelli online, anche grazie all’attivazione di accomodamenti ragionevoli tecnico-organizzativi e in linea con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità- Come era volontà di Simone, con questa circolare viene compiuto un passo avanti verso il pieno riconoscimento e il rispetto dei diritti e della dignità delle persone disabili – sottolinea il deputato – il provvedimento va ora applicato dalle amministrazioni comunali, a cui lo invieremo affiché gli uffici pubblici si adeguino alle indicazioni fornite, e vigileremo insieme alle associazioni sull’applicazione dei contenuti, in linea con i principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”.
“Alcune persone trasformano i propri dolori e limiti in arma per la rivendicazione dei diritti di tutti. – ha commentato Ivan Innocenti, dell’associazione Luca Coscioni – Non si fermano alle proprie necessità ma trasformano le ingiustizie subite in azione sociale rivolta alla emancipazione di tutta la collettività. Spesso sono proprio quelle persone che meno hanno, che più invece offrono. Simone Parma ha trasformato la discriminazione subita in iniziativa pubblica per la rivendicazione di un diritto per tutti. Rivendicava che le istituzioni fossero in grado di raccogliere le indicazioni di qualsiasi cittadino indipendentemente dalla forma con cui veniva espressa. Chiedeva che si raccogliesse l’origine delle espressione individuale, la volontà, indipendentemente dal mezzo con cui si poteva esprimere”. Secondo Ivan innocenti la circolare ha un limite: “Il limite è nel termine raccomandazioni che non ha effetto di obbligare le istituzioni ad adeguarsi nei confronti di chi ha impedimenti. Questa prudenza delle massime istituzioni nazionali nei confronti di una così delicata rivendicazione di diritto riconosciuto dalla nostra carta costituzionale e da specifiche convenzioni ONU mostra quanto lavoro sia necessario fare per rendere fruibili le ragioni della disabilità che sono le ragioni della legalità”.
Simona Mulazzani
www.ilponte.com/firmo-quindi-battaglia-vinta
SIMONE PARMA e la sua battaglia firmo quindi sono
Simone Parma, ragazzo viserbese di 36 anni affetto da distrofia muscolare, è conosciuto per aver dato vita alla campagna “Firmo quindi sono”, una battaglia per difendere i suoi diritti e quelli di tanti disabili.
Lo scopo è quello di avere la possibilità di firma digitale negli uffici pubblici senza dover nominare sempre un delegato in modo da superare le discriminazioni della burocrazia.
Simone, purtroppo, è morto il 4 novembre 2015, senza poter vedere i risultati della sua battaglia iniziata a Rimini e arrivata fino alla Commissione Europea.
La sua campagna inizia quando nell’anno 2014 si trovò presso l’ufficio anagrafe della città per il rinnovo della carta d’identità; un’operazione semplice che però diventò difficile per le sue condizioni fisiche. Per lui fu impossibile eseguire in maniera corretta l’atto di firmare, questo sempre legato alla sua malattia che non gli permetteva di eseguire in modo ottimale i movimenti ma non perché lui non sia stato in grado di intendere o di volere. Il documento gli viene comunque dato con la definizione però di “impossibilitato”, questo comportò per lui l’esigenza di nominare un delegato.
Da questo momento iniziò la sua battaglia “Firmo quindi sono” per introdurre la firma elettronica negli uffici pubblici perché è ingiusto che una disfunzione fisica venga confusa con una disfunzione psichica. Questo appello raccolse immediatamente tantissime adesioni e divenne proposta di legge.
Tra i sostenitori ci sono Marco Affronte, europarlamentare del M5s e Tiziano Arlotti deputato del PD ma soprattutto Grazia Zavatta, la madre, che oggi porta avanti l’impegno del figlio.
www.seidiriminise.it/scopri-rimini-romagna/curiosita/storie-e-ringraziamenti/simone-parma-la-sua-battaglia-firmo-quindi.html
Si è spento Simone Parma, fondatore di “Firmo Quindi Sono”
La battaglia per i diritti dei disabili è ancora lunga e gli obiettivi da raggiungere tanti. Un persona che si è sempre battuta strenuamente per il riconoscimento di questi diritti era Simone Parma.
36 anni, di Viserba in provincia di Rimini, Simone si è spento il 4 novembre a causa delle complicazioni della malattia incurabile da cui era affetto, ovvero la distrofia muscolare, che lo costringeva su una carrozzina.
Simone era balzato agli onori della cronaca l’anno scorso con la sua campagna Firmo Quindi Sono, nata in seguito alla sua difficoltà a compiere un atto basilare e quotidiano come firmare. L’episodio scatenante era stato il rinnovo della carta d’identità di Simone, infatti il comune di residenza gli aveva rilasciato il documento ma obbligandolo a nominare un delegato che firmasse al suo posto. Simone si era impegnato affinché tutti gli uffici pubblici si dotassero di sistemi per poter firmare mediante l’impronta oculare o digitale e invitando ad aggiornare la normativa vigente, distinguendo gli handicap motori da quelli psichici.
La sua battaglia era stata appoggiata dal Comune di Rimini ed è arrivata fino alla Commissione europea grazie all’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Marco Affronte, affinché venga promulgata una normativa europea per l’uso delle tecnologie esistenti finalizzate a migliorare e a normalizzare la vita dei portatori di handicap.
Anche dal PD erano arrivate voci di sostegno: il deputato Tiziano Arlotti aveva definito il governo pronto a valutare l’introduzione dell’impronta digitale e di altre tecnologie degli uffici pubblici.
Purtroppo Simone è mancato prima di poter vedere realizzato il suo progetto, ma l’Associazione Luca Coscioni e il Comune di Rimini, che si è espresso attraverso l’assessora Irina Imola, continueranno a portare avanti la campagna di Simone, affinché i diritti dei disabili vengano riconosciuti.
In Italia i portatori di handicap hanno ancora molte difficoltà ad affrontare la vita in maniera più indipendente e soprattutto dignitosa, a partire dalle barriere architettoniche o dai mezzi di trasporto inagibili (vedi la recente campagna di Iacopo Melio #vorreiprendereiltreno).
Rimaniamo con la speranza che la richiesta di Simone non venga dimenticata e che l’Italia si sensibilizzi e agisca in maniera concreta per la garanzia dei diritti fondamentali per tutti.
Carlotta Tosoni per #mifacciodicultura
www.mifacciodicultura.it/2015/11/06/si-e-spento-simone-parma-fondatore-di-firmo-quindi-sono/
“Firmo quindi sono”: un grande passo avanti per la battaglia di Simone Parma
A quasi due anni dalla scomparsa del giovane Simone Parma, la sua battaglia per i diritti dei disabili e per il riconoscimento dell’impronta digitale come firma raggiunge un primo importante obiettivo. E’ di ieri, infatti, la circolare 3/2017 sull’accessibilità digitale dei servizi pubblici a sportello, in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che richiama l’attenzione sulla necessità di agevolare l’accesso e la fruibilità dei servizi erogati allo sportello dagli Enti pubblici.
Simone Parma, scomparso il 4 novembre 2015 all’età di 36 anni, aveva iniziato la sua battaglia nell’ottobre 2014, quando recatosi all’anagrafe di Rimini per rinnovare la carta d’identità, non essendo in grado di firmare autonomamente, si ritrovò sul documento l’indicazione “impossibilitato a firmare”. Da quel giorno Simone si era sempre battuto per l’ottenimento di questa semplificazione, dando vita a una battaglia chiamata “Firmo quindi sono”.
Di seguito, il commendo dell’ ON. PD Tiziano Arlotti
“L’Agenzia per l’Italia digitale ha pubblicato la circolare 3/2017 sull’accessibilità digitale dei servizi pubblici a sportello, in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale – riferisce Tiziano Arlotti, deputato PD romagnolo che ha sostenuto la battaglia portata avanti dal giovane riminese e dalla sua famiglia -. La circolare richiama l’attenzione sulla necessità di agevolare l’accesso e la fruibilità dei servizi erogati allo sportello dagli Enti pubblici. Il documento sottolinea come l’accessibilità deve essere garantita anche per i servizi a sportello e non solo per i servizi interni e quelli online, anche grazie all’attivazione di accomodamenti ragionevoli tecnico-organizzativi e in linea con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”.
Simone Parma, scomparso il 4 novembre 2015 all’età di 36 anni, è sempre stato molto attivo per sensibilizzare sulla possibilità rendere valido l’utilizzo dell’impronta digitale al posto della firma, per le persone che non possono usare normalmente le mani. La sua battaglia era iniziata nell’ottobre 2014, quando recatosi all’anagrafe di Rimini per rinnovare la carta d’identità, non essendo in grado di firmare autonomamente, si ritrovò sul documento l’indicazione “impossibilitato a firmare”. Da quel giorno Simone si era sempre battuto per l’ottenimento di questa semplificazione, dando vita a una battaglia chiamata “Firmo quindi sono”.
Nel febbraio 2015 Arlotti aveva presentato un’interrogazione sul tema, con la richiesta di riconoscere legalmente l’impronta digitale quale firma per le persone con patologie gravemente invalidanti e che quindi non possono contare sull’uso delle mani. Erano poi seguiti incontri a Roma con il sottosegretario alla Semplificazione e pubblica amministrazione Angelo Rughetti, insieme alla madre di Simone, a Mina Welby, a Ivan Innocenti dell’associazione Coscioni e a rappresentanti dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare.
“Come era volontà di Simone, con questa circolare viene compiuto un passo avanti verso il pieno riconoscimento e il rispetto dei diritti e della dignità delle persone disabili – commenta il deputato -. Il provvedimento va ora applicato dalle amministrazioni comunali, a cui lo invieremo affiché gli uffici pubblici si adeguino alle indicazioni fornite, e vigileremo insieme alle associazioni sull’applicazione dei contenuti, in linea con i principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”.
La circolare: http://www.agid.gov.it/sites/default/files/uploads/193/circolare_agid_03-2017_servizi_a_sportello_accessibili.pdf
A Tiziano Arlotti si aggiunge un Messaggio del sottosegretario al Ministero della Semplificazione e Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti:
“Grazie a tutti per le sollecitazioni e la passione. È stato un lavoro di squadra delle associazioni, del Dipartimento e dell’Agid ma soprattutto di tutte le persone che hanno seguito con cura ed attenzione questo tema così importante e delicato. Da oggi possiamo dire che il nostro Paese è un po’ più civile“.
A cui fa seguito anche un commento di Ivan Innocentini, promotore della sezione di Rimini dell’Associzione Luca Cascioni.
Alcune persone trasformano i propri dolori e limiti in arma per la rivendicazione dei diritti di tutti. Non si fermano alle proprie necessità ma trasformano le ingiustizie subite in azione sociale rivolta alla emancipazione di tutta la collettività. Spesso sono proprio quelle persone che meno hanno che più invece offrono.
Simone Parma ha trasformato la discriminazione subita in iniziativa pubblica per la rivendicazione di un diritto per tutti. Rivendicava che le istituzioni fossero in grado di raccogliere le indicazioni di qualsiasi cittadino indipendentemente dalla forma con cui veniva espressa. Chiedeva che si raccogliesse l’origine delle espressione individuale, la volontà, indipendentemente dal mezzo con cui si poteva esprimere.
Tutto questa era scaturita dalla impossibilità di firmare graficamente il proprio documentato di identità e di vedere apposto al suo posto “impossibilitato”.
A meno di due anni dalla sua morte un primo passo si è ottenuto.
Dopo diversi incontri romani con e negli uffici dell’AgID (Agenzia Italia Digitale) svolti nel 2016, a pochi mesi dalla morte di Simone, si era elaborata una prima bozza di circolare che ieri ha visto finalmente la pubblicazione.
Si tratta solo di “raccomandazioni” alle pubbliche amministrazioni ma dimostra quanto fosse fondata l’iniziativa di Simone sul diritto di firma che vedeva già nel 2005 iniziativa parlamentare da parete di iscritti al Partito Radicale.
La circola AgID conferma la necessita e indica gli strumenti legislativi a supporto delle tecnologie per abbattere gli impedimenti sensoriali e fisici all’espletamento delle funzioni pubbliche dei cittadini. Estende le raccomandazioni che riguardavano i dipendenti pubblici con impedimenti a tutti i cittadini permettendo pertanto l’accessibilità con gli stessi criteri di riconoscimento e azione.
Il limite di questa iniziativa dell’AgID è nel termine “raccomandazioni” che non ha effetto di obbligare le istituzioni ad adeguarsi nei confronti di chi ha impedimenti. Questa prudenza delle massime istituzioni nazionali nei confronti di una così delicata rivendicazione di diritto riconosciuto dalla nostra carta costituzionale e da specifiche convenzioni ONU mostra quanto lavoro sia necessario fare per rendere fruibili le ragioni della disabilità che sono le ragioni della legalità.
Infatti questo invito si cala in una situazione generalizzata di disattesa anche dei più elementari doveri. Solo da pochi mesi sono stati aggiornati i LEA (livelli essenziali di assistenza) e il Nomenclatore Tariffario degli ausili fermi al 1999 e che la legge prevedeva di aggiornare ogni 36 mesi. Anche la situazione dei PEBA (piano eliminazione barriere architettoniche) vede gli enti pubblici generalmente inadempienti anche se obbligo dal 1986; in Provincia di Rimini solo il Comune di San Giovanni e in regola da due anni con un regolamento esemplare, mentre il comune di Rimini nonostante una delibera che ne sottolinea l’urgenza del 2014 non ha ancora provveduto a stendere il piano.
E’ una grande emozioni ricordare i giorni in cui con Simone si elaborava la strategia di azione per l’iniziativa che aveva battezzato “Firmo quindi sono”, prima con la realizzazione di un video denuncia nel febbraio 2015 e poi la successiva conferenza stampa con l’Associazione Luca Coscioni che da subito ha raccolto le regioni di Simone.
La grande tristezza della sua scomparsa non ha fermato l’iniziativa ma anzi ha visto accanto altri soggetti che insieme oggi lavorano per i diritti di tutti nella volontà di non lasciare indietro le ragioni di nessuno.
www.chiamamicitta.it/quindi-un-primo-grande-passo-avanti-la-battaglia-simone-parma/
Firmo quindi sono
“Ci ha insegnato che a volte per alzarsi in piedi non servono le gambe”.
Un anno fa la scomparsa di Simone Parma, giovane riminese affetto da distrofia di Duchenne.
Sua l’intuizione della campagna “Firmo quindi sono”, per il diritto alla firma di persone con disabilità fisica ma capaci di intendere e di volere.
Il suo impegno continua grazie al contributo della sua famiglia, degli amici e delle associazioni Uildm Rimini e Luca Coscioni.
La famiglia ha realizzato inoltre questo video per ricordarlo e proseguire nel suo impegno per il raggiungimento di questo importante obiettivo.
Per rimanere aggiornati su questa battaglia per un importante diritto di tante persone disabili è possibile consultare la pagina Facebook “Firmo quindi sono”.
www.volontarimini.it/it/articoli/2016/11/firmo-quindi-sono.html
“Firmo quindi sono”: oggi la battaglia di Simone Parma approda a Palazzo Chigi
Oggi alle 15 una delegazione formata dalla mamma di Simone, da rappresentanti dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare, dell’associazione Coscioni, insieme al parlamentare riminese Tiziano Arlotti, incontra il sottosegretario Rughetti. Per far si che l’impegno profuso dal giovane riminese affetto da distrofia muscolare possa trovare soddisfazione in tempi rapidi.
I partecipanti all’incontro col sottosegretario Rughetti
“Firmo quindi sono”, la battaglia di Simone Parma che ha scosso l’opinione pubblica e mobilitato trasversalmente anche le istituzioni da Rimini a Bruxelles passando per Roma, nel pomeriggio di oggi varca il portone di Palazzo Chigi. Lui non ci sarà, perché è venuto a mancare lo scorso 4 novembre all’età di 37 anni, ma per tutti i presenti sarà come averlo al loro fianco, ben consapevoli che se questo traguardo è stato raggiunto lo si deve alla sua tenacia. Ad incontrare il sottosegretario alla Semplificazione e pubblica amministrazione Angelo Rughetti, per cercare di colmare al più presto il vuoto normativo esistente, è una delegazione formata dalla mamma di Simone, Grazia Zavatta, da due rappresentanti della Uildm, il presidente nazionale Luigi Querini (accompagnato da Giovanna Giacomini) e Daniele Cicchetti, e poi Ivan Innocenti e Mina Welby dell’associazione Luca Coscioni. A rendere possibile l’appuntamento col sottosegretario è stato il parlamentare riminese Tiziano Arlotti, che lo scorso febbraio aveva presentato un’interrogazione sul tema, con la richiesta di riconoscere legalmente l’impronta digitale quale firma per le persone con patologie gravemente invalidanti e che quindi non possono contare sull’uso delle mani.
Era il 30 ottobre 2014 quando Simone Parma, affetto da distrofia, entrava nell’ufficio anagrafe del Comune di Rimini per rinnovare la sua carta d’identità. “Purtroppo l’addetto non accettò che io lo aiutassi a firmare, anche se Simone fece capire molto chiaramente la sua volontà e che era in grado di intendere e volere”, racconta la mamma. Sulla carta d’identità fu scritto impossibilitato a firmare. “Mio figlio si sentì offeso e privato di un suo sacrosanto diritto, che non può essere calpestato per il solo fatto di trovarsi su una carrozzina, e da quel momento è iniziato il suo impegno”.
Simone Parma è stato attivissimo su vari fronti. Prima di tutto prese contatto col consigliere comunale di Fare comune Fabio Pazzaglia, che presentò una interrogazione al Comune, scoperchiando di fatto l’ingiustizia e l’assurda carenza. Poi, a catena, il coinvolgimento dell’assessore Irina Imola, di Ivan Innocenti, di diversi parlamentari: Ileana Argentin (che a causa di una disabilità aveva fatto la stessa esperienza di Simone, trovandosi sulla carta di identità l’identica dicitura), Tiziano Arlotti, Marco Affronte, Giulia Sarti. Simone aprì anche una pagina facebook “Firmo quindi sono”, diventata una sorta di diario del suo impegno teso a raggiungere l’obiettivo.
“Ho 36 anni e sono pienamente capace di intendere e di volere. Purtroppo mi ritrovo a causa delle difficoltà motorie che la distrofia muscolare di Duchenne mi ha gentilmente regalato, a non poter più firmare con l’ausilio delle mani e non trovo giusto dover ricorrere o ad un costoso atto notarile o ad una sentenza di un giudice di pace per permettere a qualcun altro di rappresentare la mia volontà”, postava su facebook il 6 dicembre 2014. “Ritengo che lo stato, attraverso gli strumenti tecnologici moderni, debba fornirmi i mezzi per firmare adeguati alla situazione mia e di migliaia di disabili in Italia, senza costringermi a delegare un mio diritto”. Ha avuto subito le idee chiare Simone Parma, e la netta convinzione di compiere una battaglia utile a tanti. “Questa pagina nasce per trasformare un ideale in una proposta di legge”.
Contatta anche le redazioni di Striscia la Notizia, le Iene e della stampa nazionale. Pensa ad un logo, che poi Lucia Zavatta realizza graficamente e Chiara Valloni, web designer, sviluppa in versione digitalizzata.
Realizza un video che è il manifesto della sua battaglia. Il 12 febbraio la conferenza stampa che fa esplodere la vicenda sui media, a fine marzo Marco Affronte porta la questione al parlamento europeo.
“E’ frustrante vivere in un paese che predica l’integrazione dei disabili e poi nega a questi ultimi l’esercizio dei diritti utili a vivere una vita dignitosa e appagante al pari degli altri cittadini”, scrive Simone sulla sua pagina facebook il 7 aprile. “Gli strumenti ci sono e integrarne l’uso è abbastanza semplice, soprattutto è in linea col processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione attualmente in corso. Sono un cittadino italiano e voglio poter partecipare in maniera attiva e diretta all’attività socio-economica del paese in cui abito, senza limitazioni dettate dalla arretratezza di una o più norme giuridiche. Se il mio caso servisse a sbloccare la situazione e ad avviare un adeguamento normativo ne sarei felice”. Infatti, nonostante una risoluzione Onu del 2006, che indicava la strada per superare l’esclusione sociale dei portatori di handicap, l’Italia è rimasta indietro. Per la verità Simone Parma esprimerà la sua delusione anche sulla risposta che l’Ue fornì alla interrogazione di Affronte: “Sinceramente sono un po’ deluso perché l’Ue dice di tutelare i diritti delle persone con disabilità, in quanto firmataria della convenzione Onu e dice di impegnarsi a rimuovere gli ostacoli all’esercizio di tali diritti, eppure non prevede nessuna legge che obblighi gli stati membri a predisporre degli strumenti che permettano a chi ha una disabilità fisica di firmare in completa autonomia”, ha scritto il 25 luglio scorso.
Ora si spera nel governo e in una soluzione in tempi ragionevoli. Oggi alle 15 la delegazione si siederà ad un tavolo col sottosegretario Rughetti e verranno analizzate le diverse possibilità: la firma digitale (peraltro già prevista per le imprese e rilasciata dalla Camera di commercio), quella con impronta digitale (sulla quale ci sono però riserve in quanto si presterebbe a facili falsificazioni) e, da ultimo, un sigillo o timbro. Si chiede una soluzione rapida ma anche che in attesa che questa arrivi, le eventuali spese (notaio o altro) per supplire all’esercizio personale della firma, vengano risarcite dagli enti pubblici. (c.m.)
www.riminiduepuntozero.it/firmo-quindi-sono-oggi-la-battaglia-di-simone-parma-approda-a-palazzo-chigi/
VIDEO YOUTUBE
Pubblicato il 19 apr 2016
Grazia Zavatta, madre di Simone Parma, ospite della trasmissione “Tempo reale” di Radio Icaro e Icaro Tv per parlare della campagna per consentire forme alternative di firma ai disabili che non riescono fisicamente a farlo ma sono perfettamente in grado di intendere e volere. La campagna è stata lanciata da Simone, scomparso nel novembre 2015, ed è stato avviato un percorso con le istituzioni centrali. Grazia sta portando avanti l’impegno del figlio anche tramite la pagina Facebook “Firmo quindi sono”.
“Firmo quindi sono”
Grazia Zavatta, madre di Simone Parma vuole continuare, in ricordo di suo figlio, la sua battaglia “Firmo quindi sono” e riguarda l’autonomia di firma di disabili motori, ma che mantengono la facoltà di “intendere e di volere”.
Infatti, Simone Parma nell’ottobre 2014 fu dichiarato dal funzionario del Comune di Rimini “incapace di firmare” appunto secondo l’articolo 4, comma 1 del Testo unico n. 445 del 28 dicembre 2000, ai sensi del quale: “la dichiarazione di chi non sa o non può firmare è raccolta dal pubblico ufficiale previo accertamento dell’identità del dichiarante. Il pubblico ufficiale attesta che la dichiarazione è stata a lui resa dall’interessato in presenza di un impedimento a sottoscrivere”, articolo ormai abbondantemente sorpassato, e trattamento umiliante.
Il 12 febbraio 2015 con una conferenza stampa, voluta da Simone stesso, presso la Sala del Buonarrivo del Comune di Rimini, inizia la sua campagna pubblica e politica insieme all’Associazione Luca Coscioni per richiedere alle istituzioni parlamentari e governative una soluzione di firma autonoma per le persone disabili. Introduce Ivan Innocenti alla presenza di Mina Welby, Mario Riccio, l‘Assessore Riminese Irina Imola e il Consigliere del Comune di Rimini Fabio Pazzaglia, il Cosigliere Regionale Raffaella Sensori, il Consigliere Gianluca Tamburrini legge un messaggio di impegno dell’on Sarti.
L’iniziativa trova presto sostegno politico trasversale. L‘Assessore Irina Imola con l‘On. Arlotti depositano una interrogazione parlamentare inerente la firma con impronta del dito per i disabili.
A una interpellanza da parte dell’on Arlotti il sottosegretario al Governo, Angelo Rughetti risponde che, una volta effettuate le necessarie valutazioni, si sarebbe tenuto presente la possibilità di introdurre il sistema dell’impronta digitale quale strumento alternativo di firma per le persone disabili. Infatti, senza voler entrare nelle specificità dei controlli da parte del garante e le insicurezze ancora incombenti. Si considera di attendere altro metodo o ulteriore evoluzione innovativa che dia più sicurezza anche a una firma digitale con impronta del dito.
Purtroppo Simone Parma morì a 37 anni il 4 novembre 2015.
⇨ Rivedi la conferenza stampa “Firmo Quindi Sono” ⇦
Il 12 febbraio 2016, pochi mesi dopo la morte di Simone, una delegazione dell’Associazione Luca Coscioni, composta da Mina Welby (Co-Presidente) e Ivan Innocenti (Consiglio Generale), e della associazione UILDM composta da Grazia Zavatta (mamma di Simone Parma), Luigi Querini (Presidente) e hanno incontrato in Parlamento l’Onorevole Angelo Rughetti Sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione.
Questo incontro, un passaggio fondamentale della iniziativa, ha potuto aver luogo grazie all’interessamento dell’on. Tiziano Arlotti, anch’egli presente.
⇨ Leggi qui un articolo dedicato a “Firmo Quindi Sono” ⇦
Si è ribadita la necessità di garantire la Vita Indipendente alle persone disabili e la necessità di adottare strumenti idonei alla loro autonoma autodeterminazione.
Si è sottolineato come recenti interventi legislativi quale quello del Garante per la protezione dei dati personali tema “Provvedimento generale prescrittivo in tema di biometria – 12 novembre 2014”, e il recente decreto ministeriale del 23 dicembre 2015 in tema di “Modalità tecniche di emissione della Carta d’identità elettronica” siano elementi che prevedano l’utilizzo di parametri biometrici delle persone e che superano pertanto il vincolo della firma grafica permettendo il riconoscimento della propria volontà tramite l’iride o l’impronta digitale anche se rimangono aperte ancora alcune domande.
La persona e la sua volontà sono la fonte e si deve permetterne l’espressione e la raccolta con qualsiasi forma possibile e riconoscibile. Si è indicato come necessità che la firma del disabile non dipenda dalla comprensione e disponibilità del funzionario pubblico, ma che sia preciso diritto riconosciuto a cui attingere.
Una preoccupazione espressa è poi stata quella del recepimento da parte delle amministrazioni della normativa chiedendo di prevedere a carico delle amministrazioni che saranno eventualmente inadempienti di farsi carico delle spese che i disabili saranno costretti a sostenere. Un esempio di questi ritardi nel recepimento della normativa sono i Piani Eliminazione Barriere Architettoniche obbligo da 1986 e disattese dalla pressoché totalità degli enti pubblici tra cui anche il comune di Rimini.
Il sottosegretario Rughetti ha condiviso le nostre osservazioni e l’opportunità dell’incontro raccogliendo la nostra disponibilità a partecipare alle definizione di nuovi strumenti legislativi. Ha indicato alcune iniziative governative già in corso in cui il nostro contributo è utile. Ha rilevato la possibilità di soddisfare diversi punti sollevati con procedure che non necessitano di nuove leggi. Per le questioni che richiedono nuove leggi i tempi saranno più lunghi e seguiranno un percorso diverso.
Pertanto la strada da privilegiare è la stesura e attuazione di regolamenti e disposizioni che si basano su normative vigenti. Ha dato corso poi quanto detto introducendo il suo collaboratore Elio Gullo, responsabile trasparenza e semplificazione che si occupa dei temi dalla Identità elettronica e che ci ha anticipato alcuni percorsi possibili da discutere sul tavolo di lavoro che andremo a predisporre insieme a lui che ha avuto luogo il 26 febbraio 2016.
www.associazionelucacoscioni.it/firmo-quindi-sono/
“Firmo quindi sono”, appello della madre del riminese Simone Parma per i diritti dei disabili
“Un accorato appello a chi ci rappresenterà dopo le elezioni affinché porti avanti la battaglia “Firmo quindi sono” di Simone. Una battaglia di civiltà a favore di tutte le persone disabili in grado di intendere e volere, affinché non debbano delegare i loro diritti”.
L’appello arriva da Grazia Zavatta, madre di Simone Parma, il riminese promotore della campagna “Firmo quindi sono” per il diritto di firma delle persone diversamente abili. La battaglia di Simone Parma era cominciata nell’ottobre 2014, dopo essere andato all’Ufficio Anagrafe per rinnovare la sua carta d’identità in scadenza. Non poteva firmare con le proprie mani a causa di una disabilità fisica e per questo gli fu posta la dicitura “impossibilitato”, pur essendo riconosciuto capace di intendere e volere.
Simone voleva partecipare attivamente alla vita sociale, culturale ed economica della sua città senza dover essere costretto a delegare qualcun altro a rappresentarlo nelle azioni burocratiche. “Ritengo che lo Stato, attraverso gli strumenti tecnologici moderni, debba fornirmi i mezzi per firmare adeguati alla situazione mia e di migliaia di disabili in Italia e non costringermi a delegare un mio diritto”, scriveva Simone su Facebook.
Elaborò lo slogan “Firmo quindi sono”, il logo e diverse proposte. La sua campagna trovò il sostegno di associazioni, amministratori e rappresentanti di diversi schieramenti politici. Si batteva per tutte le persone diversamente abili, per superare il buco legislativo che non permetteva ai disabili motori di firmare, e per trasformare questo diritto in legge.
Simone purtroppo ci ha lasciato nel novembre 2015 ma la battaglia nata dalla sua tenacia è continuata.
Proprio due anni fa, il 10 febbraio 2016, grazie all’interessamento del deputato riminese Tiziano Arlotti, “Firmo quindi sono” varcò la soglia di Palazzo Chigi. A incontrare i rappresentanti del Governo c’erano la madre Grazia, il presidente nazionale UILDM Luigi Querini (in carica in quel periodo), Daniele Cicchetti dell’Ass. UILDM di Rimini, Ivan Innocenti e Mina Welby dell’Ass. Luca Coscioni.
Un impegno che ha portato il primo fondamentale risultato nel luglio 2017, con la circolare n° 3/2017 dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgiD) dal titolo “Raccomandazioni e precisazioni sull’accessibilità dei servizi pubblici erogati a sportello dalla Pubblica Amministrazione, in sintonia con i requisiti dei servizi online e dei servizi interni”. Le raccomandazioni contenute, in linea con i principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, sollecitano la Pubblica Amministrazione a favorire il più possibile l’inclusione dei servizi in questione.
Con una lettera del 12 dicembre 2017 il direttore di AgiD Antonio Samaritani, specificava inoltre che la Circolare “ha valore giuridico e le pubbliche amministrazioni sono chiamate alla rimozione degli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dell’amministrazione digitale e alla piena ed effettiva attuazione del diritto all’uso delle tecnologie ICT (Information and Communication Technologies)”.
Con il Comune di Rimini è già stato avviato un confronto: è un percorso complesso, che si deve integrare con i nuovi passaggi per la digitalizzazione indicati da Roma, ma che si auspica possa portare risultati concreti a breve. E perché il diritto che Simone rivendicava possa diventare davvero realtà sarà importante anche il contributo di chi siederà in Parlamento.
Simone Parma è nato a Rimini il 10 settembre 1978. Era affetto da Distrofia Muscolare di Duchenne che dall’età di 10 anni lo ha costretto su una sedia a rotelle. Si è diplomato all’Istituto Einaudi con il massimo dei voti. Aveva tante passioni come cinema, teatro e le nuove tecnologie. A Rimini era molto conosciuto: fino a quando le sue condizioni glielo hanno consentito, con la sua carrozzina raggiungeva i luoghi di ritrovo cittadini per incontrare gli amici. E’ scomparso il 4 novembre 2015.
La campagna è sulla pagina https://www.facebook.com/firmoquindisono/
www.altarimini.it/News105732-firmo-quindi-sono-appello-della-madre-del-riminese-simone-parma-per-i-diritti-dei-disabili.php
Simone Parma è morto, addio all’ideatore della campagna per i diritti dei disabili “Firmo quindi sono”
Il ragazzo di Viserba (Rimini) aveva 36 anni ed era affetto da distrofia muscolare. Il suo nome era diventato noto dopo la sua battaglia per rinnovare la carta d’identità senza dover nominare un delegato.
Era stato il promotore della campagna “Firmo quindi sono”, una battaglia per i diritti suoi e di tanti altri disabili, partita dall’anagrafe di Rimini e arrivata fino alla Commissione europea. Non chiedeva l’impossibile, ma solo norme di civiltà, per permettere di utilizzare strumenti tecnologici negli uffici pubblici, introdurre sistemi come quelli della firma oculare o dell’impronta digitale, e superare così le discriminazioni della burocrazia. È morto però senza poter vedere i risultati del suo lavoro. Lui si chiamava Simone Parma, aveva 36 anni e viveva a Viserba, nel riminese, insieme ai suoi genitori. Se ne è andato all’alba del 4 novembre, per via di quel male incurabile, che lo costringeva su una carrozzina.
Il suo nome era diventato noto l’anno scorso. È il 2014 e Simone Parma, affetto da distrofia muscolare, si trova nell’ufficio anagrafe di Rimini, per rinnovare la carta d’identità. Un’operazione di routine, come tante, che però per le sue condizioni fisiche si trasforma in un’azione complicata. Per lui infatti è impossibile eseguire correttamente il gesto di firmare. Un problema legato alla sua malattia, e non certo alle sue condizioni psichiche, o alla capacità di intendere e volere. Il documento però gli viene comunque dato con la definizione “impossibilitato”, che comporta per lui l’esigenza di nominare un delegato.
Da lì l’idea della campagna “Firmo quindi sono”. “Firmare è un diritto, anche per coloro che sono impossibilitati a causa di una disabilità e sono capaci di intendere e volere” scrive sulla sua pagina Facebook, raccogliendo in poco tempo centinaia di adesioni. “Questa campagna nasce per trasformare questo ideale, in una proposta di legge che permetta ai disabili motori, di utilizzare ausili tecnologici per firmare atti, documenti, ecc. qualora siano impossibilitati a farlo con l‘uso delle mani”.
La sua causa viene adottata dal Comune di Rimini e dall’europarlamentare dei 5 stelle, Marco Affronte, che nell’estate 2015 presenta un’interrogazione alla Commissione europea. “In Europa – spiega Affronte – c’è bisogno di una direttiva UE che imponga a tutti gli stati membri di poter riconoscere come valide le firme elettroniche. È assurdo che una disfunzione fisica sia giuridicamente confusa con una disfunzione psichica. E il caso di Simone Parma è un simbolo che vale per tutte le decine di migliaia di malati di distrofia muscolare italiani: è inaudito che possano venire discriminati per l’incapacità fisica di firmare. Le tecnologie ci sono, e dobbiamo usarle”.
Tra i sostenitori c’è anche Tiziano Arlotti, deputato del Pd. “Entro l’anno – assicura oggi Arlotti – verrà valutata dal governo l’opportunità di introdurre il sistema dell’impronta digitale quale strumento alternativo di identificazione per chi è affetto da disabilità. Continuerò da parte mia a seguire l’iter affinché la richiesta di Simone trovi la giusta conclusione per cui si era sempre battuto”.
www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/05/simone-parma-e-morto-addio-allideatore-della-campagna-per-diritti-dei-disabili-firmo-quindi-sono/2193382/